lunedì 8 novembre 2010

Diario di bordo

Ho appena dato il fissativo sulla vignetta 5 della tavola 3, quindi non posso scansionarla (oppure scansirla, o ancora scannerizzarla, ma in tutti e tre i casi word mi da una sottolineatura rossa, quindi non saprei quale scegliere).

Nel frattempo posso postare due immagini esplicative che dovrebbero commentarsi da sole.



La naturale evoluzione dal bozzettaccio alla vignetta competa di balloon. Naturalmente la forma dei balloon è determinata dal contenuto, che qui ho cancellato per lasciare una sia pur vaga ombra di mistero che dovrebbe, un giorno, obbligarvi a comprare la rivista. Come si può osservare, tutto quel che ho detto a proposito del continuo movimento suggerito da un bozzetto approssimativo, rimane confermato nel ripasso definitivo. La testa della ragazza assume una posizione diversa, mentre la disposizione delle figure era in certo qual modo determinata dalle parole che avrebbero pronunciato.

Notate il doppio e triplo ballon che spunta dalla bocca di lui. Di solito non amo mettere più di un balloon per personaggio a vignetta, e questo perché nel tempo necessario a pronunciare un certo numero di parole si presume che i personaggi abbiano cambiato posizione. Lui dice una cosa, lei si alza dalla sedia sistemandosi la minigonna (delizioso gesto femminile che mi ha sempre incantato), e nell’alzarsi risponde. Poi lui controbatte, riflette, infine aggiunge qualcosa. Il tutto potrebbe richiedere quattro o cinque secondi, diciamo anche sei, ma un gesto repentino come alzarsi dalla sedia e spostarsi non viene compiuto in un lasso di tempo così relativamente lungo. Tra la prima battuta di lui e la sua ultima parola la ragazza potrebbe già essere uscita fuori dall’inquadratura, sarebbe stato meglio disporre i dialoghi in più vignette. Perché alla fine ho scelto questa soluzione? Per risparmiare sul numero di vignette da disegnare, direte voi.

Forse sì, ma non per pigrizia.

Che ci crediate o meno l’ho fatto perché questo giovava al ritmo del “botta e risposta”.

In una storia che basa la sua struttura essenzialmente sul dialogo tra i due protagonisti, il ritmo del parlato può vincere sui tempi dell’azione, così mi sono concesso questa piccola licenza. Il fatto che questo abbia comportato un risparmio sia pur minimo di vignette, è un effetto collaterale positivo. La sintesi, di solito, è la scelta migliore.




Ecco il bozzettaccio della vignetta che, già finemente e amorevolmente ripassata al tratto fine, giace sul calorifero in attesa che il fissativo evapori congelando la grafite sul foglio. Mi piace il modo in cui lo stivale viene in primo piano, imponendosi. Nella tavola sono presenti, per ora, soprattutto vignette di primi piani, oltre al disegno di cui parlo sopra. Questa inquadratura dovrebbe rompere la monotonia prospettica, facendo nel contempo la gioia di tutti i feticisti dello stivale, compreso in certa misura il sottoscritto.

Bene, avendovi dunque aggiornato sulle mie più recenti fatiche, ed essendo in effetti piuttosto tardi, vi saluto. Arrivederci alla prossima puntata.

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